Storicamente, per “città” si intende un insediamento umano complesso e abbastanza numeroso, composto di abitazioni e strutture per la vita comunitaria, che sorge e si consolida a seguito di un processo di accentramento culturale, economico e amministrativo della sua popolazione, protraendosi nel tempo.
Una città, dunque, è cosa ben diversa dal singolo e sporadico insediamento umano che può essere stato presente sul suo territorio in fasi storiche precedenti.
Per questo motivo, non si può affermare che Matera sia stata una città preistorica, anche se il suo territorio rurale ha restituito tracce di presenza umana risalenti ai periodi Neolitico e Paleolitico.
E’ invece corretto affermare che la città risalga al periodo altomedievale, quando inizia a essere documentata a Matera la esistenza di una comunità stabile e numerosa.
Nel territorio di Matera, dunque, in età preistorica i primi uomini abitarono in caverne naturali. Nel Parco della Murgia materana – che ricopre un’area di circa 8000 ettari di superficie – i resti archeologici più antichi risalgono al Paleolitico. Vennero ritrovati a circa quattro chilometri da Matera, nella cosiddetta Grotta dei Pipistrelli, una grotta carsica riutilizzata e modificata in epoche successive. La grotta si era formata naturalmente grazie all’azione chimica e meccanica dell’acqua meteorica, che nei millenni aveva modellato la roccia calcarea.
Le grotte naturali sono ben diverse dalle grotte artificiali, che vengono scavate dall’uomo nella roccia attraverso strumenti metallici, modellando case, chiese, fovee, cisterne, stalle, opifici, concerie, neviere, colombaie, apiari, ed altro. Nella preistoria, prima dell’età dei metalli, non esistevano attrezzi o utensili con i quali ottenere grotte artificiali. Resti archeologici preistorici del periodo Neolitico sono stati ritrovati a Trasano e a Murgia Timone, proprio di fronte ai Sassi. A Murgecchia, Tirlecchia e Serra d’Alto vi sono i resti di villaggi trincerati del periodo Neolitico, nei quali gli armenti delle comunità pastorali venivano difesi grazie a trincee scavate nella roccia, mentre le abitazioni erano costituite da semplici capanne di legno. Quasi sempre, in questi stessi siti, sono emersi anche reperti archeologici appartenenti all’età dei metalli.
Le grotte artificiali cominciano dunque a essere scavate dagli uomini di Matera solo a partire dall’alto medioevo. Il primo impianto della città vera e propria, il primo nucleo abitativo stabile, organizzato e protetto si venne a formare nell’area della Civita. Si tratta del quartiere più alto del centro storico, una sorta di acropoli, di grande importanza strategica per l’avvistamento dei nemici.
L’area della Civita si estende su un crinale roccioso che raggiunge un’altezza di 401 metri sul livello del mare; i suoi rinvenimenti archeologici più antichi sono stati datati all’età dei metalli, circa tremila anni fa. Il primo documento in cui compare il nome della città risale al periodo della dominazione longobarda dell’Italia meridionale, vale a dire all’VIII secolo d.C.
Successivamente passò nelle mani degli Arabi dell’Emirato di Bari, venendo incendiata e distrutta nell’871 dall’imperatore franco Ludovico II. La rocca della Civita era difesa dal Castelvecchio, del quale resta traccia nella toponomastica attuale. L’altura si erge tra due vallette naturali scoscese, o burroni, entro cui sorgono i due rioni dei Sassi, il Caveoso ed il Barisano.
Essi probabilmente nacquero nell’alto medioevo essenzialmente come insediamenti rupestri, scavati nella roccia, mostrando un aspetto del tutto identico al paesaggio, punteggiato da ambienti scavati, che ci appare ancora oggi sul versante opposto della gravina. Tali insediamenti, o casali o villaggi erano costituiti prevalentemente da grotte artificiali, scavate nella roccia dall’opera manuale dell’uomo medievale. Gli ambienti scavati di case-grotta, opifici, cisterne, stalle, ecc. erano posti lungo le fiancate dei due burroni su diversi livelli, collegati da sentieri, cengie e scalinate scavati nella roccia.
Una prima cinta muraria, più ristretta, fu costruita probabilmente in periodo normanno, nell’XI secolo d.C. Successivamente, a partire dal periodo angioino, il preesistente sistema di mura, torri e porte difensive venne via via allargato e rafforzato. Tra la fine del medioevo e gli inizi dell’età moderna, alle case-grotta scavate si sovrapposero le case costruite o palazziate.
Nel XIII secolo la Civita fu coronata, nel suo punto più elevato, da una bella Cattedrale in stile romanico, riconoscibile da qualsiasi punto della città. Essa è dedicata alla Madonna della Bruna e a Sant’Eustachio, patroni di Matera. Dei due Sassi, il più antico è il Caveoso, orientato verso sud, verso il Comune di Montescaglioso, anticamente Mons Caveosus. Ha quasi la forma della gradinata di un anfiteatro, cavea in latino e in italiano e possiede il maggior numero di ambienti scavati.
Il rione Sasso Barisano, orientato verso nord, prende forse il nome dall’essere proteso in direzione della città di Bari. I primi documenti in cui appaiono i toponimi Saxum Caveosum e Saxum Barisanum appartengono al basso medioevo. Il nome Sasso deriva dal latino saxum, roccia, rupe, che è sinonimo di rupes, rupe, roccia, dirupo, burrone, precipizio, e anche sinonimo di mons, monte, montagna, sporgenza rocciosa.
Nell’antica Roma, ad esempio, Rupes Tarpeia o Saxum Tarpeium era la rupe tufacea del Campidoglio, da cui venivano gettati i condannati a morte per tradimento. Il toponimo Sasso è nella nomenclatura di diversi Comuni italiani, come Sasso Marconi, Castel del Sasso, Sasso di Castalda, che sono posti in corrispondenza di una rupe. Il Piano è il quartiere del centro storico di Matera addossato alla Civita che costeggia i bordi superiori dei due Sassi. In pratica è il pianoro da cui inizia a digradare la gravina. Esso iniziò a svilupparsi durante il periodo rinascimentale con case e palazzi costruiti che andarono a sovrapporsi a moltissimi ambienti ipogei (sotterranei) preesistenti, di epoca medievale.
La costruzione di abitazioni nel quartiere Piano continuò poi ininterrottamente soprattutto in età barocca, quindi nell’Ottocento e nel Novecento. Il suo primo nucleo abitato costruito cominciò a svilupparsi dalla Piazza del Sedile, a pochi passi dalla Cattedrale, alla confluenza tra via Duomo e Via delle Beccherie, per poi protendersi sul bordo del Sasso Caveoso, da Piazza Pascoli fino a Piazza San Francesco d’Assisi, e su quello del Sasso Barisano, da via delle Beccherie a Piazza Vittorio Veneto, a Via San Biagio, fino a Piazza San Giovanni Battista.
A congiungere questi due settori opposti si trova l’area che, partendo da Piazza Pascoli, attraverso Via Ridola prosegue verso Via del Corso fino a raggiungere Piazza Vittorio Veneto. Per riassumere la conformazione del centro storico di Matera, possiamo servirci della fantasia poetica di un cronista di fine XVI secolo, Eustachio Verricelli, che descriveva la città immaginando che avesse la forma di un volatile: (Matera) tiene forma di uccel senza coda perché la città ad murata (la Civita) è il corpo, la piazza et magazeni mezi murato (il Piano) è il collo et testa, due burghi che vi sono l’uno ad est verso bari detto il sasso barisano et l’atro a nostra sinistra verso Monte Scaglioso detto il sasso caveoso senza muri sono l’ali.